Per garantire continuità assistenziale agli anziani, la sanità territoriale deve adottare soluzioni innovative di telemedicina e gestione dell’assistenza domiciliare.
Il contesto sociale e la ricerca
L’Istat e la Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana hanno rilasciato lo scorso giugno un report che analizza la situazione degli anziani over 75 e la loro domanda sociale e sanitaria.
L’idea di questo report nasce da un’indagine campionaria europea sulle condizioni di salute degli anziani (riferita ai dati 2019), sollecitata dalle difficoltà particolari che questa fascia di popolazione ha dovuto subire durante la pandemia, nella convinzione che non si tratti soltanto di una questione di salute, ma anche di difficoltà di accesso ai servizi, a causa delle spesso difficili situazioni sociali ed economiche in cui vivono gli anziani.
Sono state quindi identificate alcune variabili associate ad una maggiore domanda sanitaria da parte degli over 75:
- Compromissione delle capacità funzionale
- Mancanza di supporto sociale
- Percezione di non avere il sostegno
- Difficoltà economiche
- Sfavorevoli condizioni abitative
I dati sulla domanda di assistenza
La fotografia che ne emerge è preoccupante. La domanda di assistenza assume una rilevanza molto significativa negli over 75. Su una popolazione di riferimento composta da circa 6,9 milioni di over 75, sono stati identificati oltre 2,7 milioni di individui che presentano gravi difficoltà motorie, comorbidità, compromissioni dell’autonomia nelle attività quotidiane di cura della persona e nelle attività strumentali della vita quotidiana.
Tra questi, 1,2 milioni di anziani dichiarano di non poter contare su un aiuto adeguato alle proprie necessità, e circa 1 milione vive solo oppure con altri familiari tutti over 65 senza supporto o con un livello di aiuto insufficiente.
Infine, circa 100 mila anziani, soli o con familiari anziani, oltre a non avere aiuti adeguati sono anche poveri di risorse economiche, con l’impossibilità di accedere a servizi a pagamento per avere assistenza.
Il digitale che aiuta
Come potrebbero le tecnologie digitali aiutare queste fasce di anziani più fragili? Già durante l’epidemia Covid-19 si è visto come, mettendo in comunicazione il paziente a casa con un’equipe situata in ospedale o presso una centrale operativa, si siano ridotti ospedalizzazioni e accessi incontrollati al pronto soccorso. Anche nel caso degli over 75 con scarsa mobilità e comorbilità, l’utilizzo di sistemi per la telemedicina potrebbe portare molti vantaggi, non solo in tempo di epidemia.
Pensiamo ad esempio alla possibilità di svolgere televisite o videochiamate con il medico o il fisioterapista, senza necessità di spostarsi, con grande beneficio di tempo e risorse per l’anziano e per i suoi caregivers. Ma non solo: un’app per la telemedicina potrebbe aiutare il paziente a ricordarsi l’assunzione dei farmaci, a seguire una dieta specifica, oppure ricordargli un appuntamento medico.
L’integrazione di device wearable come uno smartwatch per la raccolta dei dati sui parametri vitali permetterebbe poi ad una centrale operativa di ricevere dati sulla salute del paziente e di valutarne l’andamento nel tempo per intervenire o richiedere ulteriori accertamenti. In alcuni casi, anche campagne di screening potrebbero essere fatte in televisita ad esempio attraverso la somministrazione di questionari da parte del clinico o l’invio di immagini dal paziente al medico.
Notevoli anche i risvolti della fisioterapia e della riabilitazione: sono numerosi i centri che durante la pandemia hanno affiancato servizi da remoto per poter garantire la continuità alle attività riabilitative in un momento in cui era necessario ridurre l’affluenza agli ambienti e diminuire i rischi di diffusione del virus in caso di attività fisica in compresenza.
Gli sviluppi del digitale nell’ambito della sanità territoriale rientrano a pieno titolo nel programma del PNRR e della missione Salute che, secondo un approccio olistico definito “one Health”, intende mettere in atto un programma di sviluppo dei servizi territoriali che, grazie a nuovi investimenti in infrastrutture, risorse umane e un ammodernamento tecnologico e digitale, realizzerebbe un nuovo paradigma che porta il paziente al centro del processo di cura. Oltre alla telemedicina, l’intento è quello di integrare e potenziare l’assistenza domiciliare tradizionale, arrivando ad una copertura del 10% dei pazienti over 65 a casa, entro la metà del 2026.
Sul fronte del digitale per l’assistenza domiciliare i software per la gestione dei servizi assistenziali a domicilio possono dare un contributo decisivo all’organizzazione e alla gestione dei servizi assistenziali sia sul piano manageriale che operativo. Tali piattaforme infatti consentono ad enti e cooperative dei servizi di gestire in maniera ottimale l’organizzazione degli interventi sul territorio, ottimizzando l’impiego delle risorse e la gestione del calendario degli interventi.
Infermieri, medici ed operatori, grazie ad app mobile, possono gestirsi l’agenda quotidiana e gli spostamenti giornalieri. Una volta a casa del paziente l’accesso alla cartella elettronica permette di visualizzare progetto assistenziale, terapia e attività schedulate, snellendo i tempi e migliorando la qualità del servizio.
L’importanza del digitale al servizio della continuità assistenziale
Il rapporto ISTAT ha permesso di fare il punto sulla domanda sanitaria degli over 75 in Italia, un panorama preoccupante dove circa 2,7 milioni di individui hanno comorbilità, compromissioni dell’autonomia e nello svolgimento delle attività quotidiane.
In particolare, sarebbero circa 100 mila gli anziani soli, poveri in risorse sociali e relazionali, senza aiuto alcuno, con problemi motori, con gravi limitazioni nelle attività di cura e strumentali della vita quotidiana, che si collocano nella fascia più bassa della distribuzione dei redditi.
In tale contesto è evidente che la sanità territoriale deve strutturarsi per garantire una continuità assistenziale anche agli anziani soli e con cronicità, che vivono presso il proprio domicilio. In tale contesto l’implementazione digitale dei software per la telemedicina e per la gestione dell’assistenza domiciliare aiuterebbero gli enti erogatori a mantenere il contatto con l’anziano, monitorarne la salute, e ingaggiarlo in percorsi per la prevenzione, lo screening e la riabilitazione.